Biografia

Paola Bradamante

Nata a Trieste il 18 agosto 1957. Risiede a Bolzano. Laureata in chimica presso l’Università degli Studi di Trieste (1981), specializzata in Chimica e Biochimica Clinica presso l’Università di Brescia (1992). Dopo varie esperienze di lavoro in Italia e all’estero (Svizzera), per molti anni ha lavorato presso il Laboratorio di Biochimica dell’ ospedale di Bolzano. Ora si dedica completamente all’arte.

Fin da piccola ha avuto un grande interesse per il disegno e la pittura (ha avuto come maestra la professoressa e scultrice ceramista Teresa Gruber). Pur dedicandosi ad altri studi, ha mantenuto sempre vivo l’interesse artistico. Il suo primo maestro è stato il professor Roberto Galletti con cui ha approfondito diverse tecniche pittoriche, applicandole allo studio e alla copia di dipinti famosi. Parallelamente ha sviluppato un approfondimento personale dell’arte informale, la sua forma di esprimersi. Usa colori a tempera ed acrilici, spesso trattati in modo particolare, insieme a materiali diversi.

È attualmente presidente dell’Associazione Artisti della Provincia Autonoma di Bolzano. Ha partecipato a varie mostre come artista del Nuovo Rinascimento ed è annoverata tra gli artisti in permanenza del Centro Leonardo da Vinci – Art Expo per il 2022.

Testo critico

Paola Bradamante è un’artista che travalica i confini dell’astratto per giungere a un lessico personale di forte impatto visivo. Le sue opere sono guizzi, palpiti d’urgenza, circonvoluzioni di colore. La pittrice scavalca gli steccati dell’informale per addentrarsi in un territorio inedito e sconfinato come uno scenario onirico.

L’artista ci chiama a solcare fiumi, viaggiare per continenti inesplorati e dirottarci su cosmologie interiori, mentre assistiamo allo slancio del colore che si fonde impavido con la materia.

I Papel mojados sono una tappa fondamentale di questo percorso, carte che lasciano defluire un pigmento in esse già contenuto. Nell’assenza di forma l’artista insegna ad assorbire il flusso magmatico della vita, in un panta rei che non è passiva sottomissione al fato, ma industriosa discorsività con il divenire nell’accettazione della scorrevolezza temporale.

I suoi acrilici come Ola grande suggeriscono un universo che ricrea se stesso in un moto perpetuo, dove forma e colore sono interlacciati e si ammantano di libera espressività. Ma benché il suo operato sorga da una spontaneità emotiva priva di briglie, non bisogna credere che manchi di ricerca formale: Paola è laureata in biochimica, conosce le leggi soggiacenti alla materia, le reazioni elementari e i segreti degli accostamenti cromatici. Il suo esprimersi è colto e rassicurante a un tempo: una perenne tensione verso il Mistero, condotta con estro e disinvoltura, nella sognata attesa di un’epifania.

Angela Patrono

Opera rappresentativa

Paola Bradamante

Ola grande

Acrilico

100 x 100 cm

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è l’arte per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino artistico?

Come consta nel mio sito www.paolabradamante.it ho amato l’arte fin da piccola, soprattutto mi affascinavano i colori. Non ho potuto seguire questo cammino professionalmente per motivi familiari ma non l’ho mai abbandonato del tutto fino a quando finalmente ho potuto dedicare alla mia passione tutto il mio tempo. Tuttavia… L’incontro con un eccezionale maestro avvenuto casualmente diversi anni fa potrebbe essere considerato la mia scintilla, una scintilla che ha riacceso un fuoco che da anni covava sotto le ceneri e che grazie al maestro si è trasformato in una fiamma ardente.

– Se tu potessi andare a cena con un grande artista passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

Ho riflettuto a lungo su questa domanda e devo fare una precisazione. Se dovessi poter conoscere personalmente un artista del passato preferirei incontrarlo nel suo atelier o, magari, a casa sua, per avere un incontro incentrato sulla sua arte, in forma più libera e completa. Ma stando al gioco della domanda penso che vorrei cenare con Vincent Van Gogh, uno dei miei artisti preferiti e allo stesso tempo un personaggio affascinante per la sua complessa vita. Sarebbe favoloso potergli parlare come se per miracolo scomparisse l’ostacolo della lingua e, soprattutto, del tempo. Oltretutto immagino che con un personaggio come Vincent Van Gogh tutto sarebbe semplice come piace a me, magari si potrebbe cenare in una piccola e modesta osteria, senza problemi di eleganze e apparenze. Cosa chiederei al maestro? Che mi parli del suo amore viscerale per il colore, un amore che, nel mio piccolo-piccolo condivido pienamente.

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

La bellezza, tema molto difficile. Cos’è la bellezza? La bellezza è uguale per tutti? La bellezza può essere espressa da un’opera d’arte (visiva di qualsiasi tipo o anche musicale), certo, ma anche dalla natura che secondo me è la bellezza assoluta e primigenia, in tutte le sue forme. Purtroppo non credo che la bellezza salverà il mondo, almeno per il momento non mi sembra che si trovi tra gli obiettivi primari di popolazioni e capi di stato mondiali presi certamente da problemi più pressanti e di base. Però certamente la bellezza può e deve aiutare il mondo e promuoverla rappresenta un’opera meritoria anche perché, almeno secondo me, ci vuole per così dire una “educazione alla bellezza” o, almeno, alla sua percezione.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità?

Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro : “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.
Certo, più volte ho usato la frase “sei un genio”, ma in modo scherzoso, quando qualcuno riesce a risolvere un problema troppo astruso per me. Ma certamente la vera genialità è un’altra cosa, appartiene all’arte e alle scienze, si tratta di realizzare o capire qualcosa impossibile da comprendere per altri. Giustamente il Centro si chiama Leonardo a Vinci, un genio nell’arte e nelle scienze.

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da artista, cosa ne pensi?

Che si tratta di un obiettivo davvero molto difficile da raggiungere. La mia recente mostra personale Missione Urano è un piccolo tentativo di fusione tra fantasia, arte e scienza, creando il viaggio fantascientifico della misteriosa sonda Urano Undici. Mi sembra che l’idea sia piaciuta, però allo stesso tempo non è cosa immediata, come l’ammirazione estetica di un’opera.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tavolo puoi ammirare una serie di opere d’arte accompagnate anche da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!

Domanda difficile per me che non sono una buongustaia e vivo a Bolzano, una piccola città situata abbastanza vicino al confine austriaco. Ma ci provo, concentrandomi sulle mie preferenze. Vino bianco o meglio ancora un prosecco, antipasto di ostriche crude con limone, primo leggero tipo consommé o minestra di verdura leggera, poi una gran fiorentina quasi cruda (sono una gran carnivora) con una bella insalata gigante e per concludere un budino di cioccolata (altra mia gran passione).

Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

Vita è colore, colore è vita!!!